Biografia

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Nato ad Arona nel 1970 si forma presso il Liceo Artistico Statale di Novara, allievo tra gli altri, di Bruno Polver. Iscritto a Psicologia a Torino, frequenta l’Università per due anni. Tornato al paese, lavora nel laboratorio artigiano del padre, e dal 1995, la sensibilità acquisita nei confronti di materiali metallici come ferro ossidato, rame e piombo,
lo spingono a creare le prime opere che alternano soggetti figurativi a forme geometriche.
A questa svolta contribuisce la conoscenza e la frequentazione del M° Kengiro Azuma, che arricchirà la sua esperienza nella scultura. Partecipa quindi a una serie di mostre collettive dove presenta una prima produzione di sculture figurative in acciaio e ferro ossidato intitolate Logos. Dal 2000 affronterà il tema dei Guerrieri, utilizzando ferro acidato, rame e piombo. Nel 2001, invitato da Martina Corgnati al Premio Umberto Mastroianni a Torino, si confronta con una produzione geometrica nell’elaborazione del progetto per una scultura monumentale, secondo un principio che due anni più tardi, troverà la sua definitiva espressione nelle Connessioni. Nel 2005 partecipa a diverse manifestazioni, tra cui la mostra personale “Lineare Aereo Complesso” presso la galleria d’Arte contemporanea ” Excalibur “di Lesa e la 3° biennale internazionale d’Arte Contemporanea “Promoart -Pavia giovane arte europea” dove vince il primo premio per la sezione scultura. Sempre nel 2005, installa in permanenza una scultura in acciaio cor-ten all’interno del Museo del Parco di Portofino, su invito del direttore Daniele Crippa. Continuando ad approfondire la sua ricerca, abbandona gradualmente la staticità e la pulizia minimale delle Connessioni, a favore di una scultura più dinamica, indagata da torsioni e spaccature che evidenziano un’anima più materica e sofferente. Questo passaggio lo porterà a realizzare forme astratte composte da elementi essenziali, mantenuti in costante tensione ed equilibrio da fili di ferro che creano legami esili quanto indissolubili.
Nel 2006 diventa assistente del M° Azuma.
Nel 2008 la sua scultura “Crux” è selezionata per partecipare alla grande mostra collettiva “Estetica, forma & segno” allestita a Villa Ponti ad Arona (NO), dove verrà esposta insieme a diversi capolavori dei più grandi artisti del XX° secolo.
Due anni più tardi, dopo aver compiuto diversi viaggi in Europa, decide di partire per un lungo tour intorno all’Africa, e questa esperienza lo porterà a scrivere un diario di viaggio, che sarà pubblicato un anno più tardi dalla casa editrice Sangel Edizioni.
Nel 2012 esegue un gruppo scultoreo formato da sette sculture in ferro, intitolato “7 vizi capitali” , e nella seconda metà dell’anno, inizia a seguire un nuovo progetto che riguarda il dialogo tra materia e spirito. Grandi e pesanti putrelle in ferro, vengono contorte e trafitte da sottili lance che riescono a mantenerle sospese in aria.
“Da tempo sto pensando a come rendere leggera la materia, a come farla “volare” privandola del suo peso. In questa idea, c’è anche il confronto tra corpo e spirito, la tensione che anima la nostra vita ( o almeno la vita di chi ha la sensibilità per “sentire” questa tensione). La materia è vincolata al suolo, lo spirito, l’anima, può ascendere a dimensioni più sottili, può elevarsi. Quel corpo infinitamente pesante viene trafitto dalle lance, e muore contorcendosi. Solo così lo spirito può salire, liberandosi della materia. Ma l’attimo preciso che ho fissato nella forma, è quello in cui l’anima non ha ancora abbandonato il corpo definitivamente, e allora quella grande forza trascina verso l’alto anche il peso della materia, che per un attimo si innalza, rimane lì, sospesa. L’anima dunque risorge dalla materia, e ritorna a un livello di energia più sottile, più alto. La resurrezione che intendo io, non è esattamente quella del corpo, piuttosto il risorgere dello spirito che si svincola dalla materia, e per un attimo, anche la materia diventa leggera, e sale verso il cielo.”
Così Marcello Corrà commenta l’ultimo esito della sua ricerca artistica..

Corrà Scultura

L’arte di piegare la materia alla bellezza

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